Semiramide riconosciuta, Venezia, Buonarigo, 1729

 SEMIRAMIDE RICONOSCIUTA
 
 
    Dramma per musica di Artino Corasio, pastore arcade, da rappresentarsi nel famosissimo teatro Grimani di San Giovanni Grisostomo nel carnevale del 1729.
    In Venezia, appresso Carlo Buonarigo in Merzeria, con licenza de’ superiori e privilegio.
    Dedicato a sua eccellenza il signor Giovanni Buckworth, cavaliere dell’ordine de’ baronetti della Gran Bretagna, eccetera.
 
 Eccellenza,
    le nobili e singolari condizioni che vostra eccellenza va con la propria virtù accumulando alle altre sue naturali ed ereditarie la fanno così degnamente distinguere fra gli uomini, che sì come vanno del pari la virtù con la fama, così l’onore e la stima universale agguagliano parimenti i meriti ed il valore. Questa adunque eccellentissimo signore è la cagione motiva che lusingando la mia devozione mi fa coraggio a far la scelta di straniero sì ragguardevole, per render giustificato quello ardire con cui mi vi presento dinanzi. In quell’istante che dall’anglico cielo, dove spandete con scintillante raggio il vostro splendore, passato siete in quest’inclita dominante e sempre invitta republica, a far mostra del vostro bel lume, io ho tantosto ricercato, in offerendole un drammatico componimento di celebre autore, far commune anch’io con esso lui la gran sorte nel rassegnare il tributo, diffondendosi sopra l’uno la gloriosa difesa dell’erudito suo parto e sopra l’altro la gloria del patrocinio sperato. Se d’altri che di vostra eccellenza qui celebrar dovessi gli encomi, caderebbe in acconcio quella serie di ereditarie e personali prerogative che sogliono formare il diritto alla gloria; ma trattandosi di voi che oltre la purità del sangue, la virtù dell’operare e la grandezza dell’essere andate pomposo del vostro grand’animo, basterà il dire che siete insignito dell’eccelso carattere dell’antico ordine de’ baronetti della Gran Bretagna, il quale, rifondendo in voi il famoso suo lustro, a meraviglia col vostro merto confondesi; onde tacendo quelli altri fregi che quivi celebrar si potrebbero e che sì nobilmente v’adornano, perché infiniti gli riconosco, mi do l’onore di segnalare il mio dovere con la gran sorte di umiliarmi con profondo inchino di vostra eccellenza umilissimo, devotissimo ed obbligatissimo servitore.
 
    Domenico Lalli
 
 
 ARGOMENTO
 
    È noto per l’istorie che Semiramide ascalonita, di cui fu creduta madre una ninfa d’un fonte e nudrici le colombe, giunse ad esser consorte di Nino re degli Assiri, che doppo la morte di lui regnò in abito virile facendosi credere il picciolo Nino suo figliolo, aiutata alla finzione dalla similitudine del volto e dalla strettezza colla quale vivevano non vedute le donne dell’Asia, e che alfine riconosciuta per donna, fu confermata nel regno dai sudditi che ne avevano esperimentata la prudenza ed il valore.
    L’azione principale del drama è questo riconoscimento di Semiramide, al quale per dare occasione e per togliere nel tempo istesso l’inverisimilitudine della favolosa origine di lei, si finge che fosse figlia di Vessore re d’Egitto, che avesse un fratello chiamato Mirteo educato da bambino nella corte di Zoroastro re de’ Battriani, che s’invaghisse di Scitalce principe d’una parte dell’Indie, il quale capitò nella corte di Vessore col finto nome d’Idreno, che non avendolo potuto ottenere in isposo dal padre fugisse seco, che questi nella notte istessa della fuga la ferisse e gettasse nel Nilo per una violenta gelosia fattagli concepire per tradimento da Sibari suo finto amico, e non creduto rivale, e ch’indi soppravvivendo ella a questa sventura, peregrinasse sconosciuta, e che poi le avvenisse quanto d’istorico si è accennato di sopra.
    Il luogo in cui si rappresenta l’azione è Babilonia, dove concorrono diversi principi pretendenti al matrimonio di Tamiri principessa ereditaria de’ Battriani, tributaria di Semiramide creduta Nino.
    Il tempo è il giorno destinato da Tamiri alla scelta del suo sposo, quale scelta chiamando in Babilonia il concorso di molti principi stranieri, altri curiosi della pompa, altri desiderosi dell’acquisto, somministra una verisimile occasione di ritrovarsi Semiramide nel luogo istesso e nell’istesso giorno col fratello, coll’amante e col traditore, e che da tale incontro nasca la necessità del di lei scoprimento.
    Le parole numi, fato, eccetera non hanno cosa alcuna di commune cogl’interni sentimenti dell’auttore che si professa vero cattolico.
    La composizione della musica è del signor Nicola Porpora, maestro delle figlie del coro del pio ospitale degl’Incurabili.
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Nell’atto primo: gran portico del palazzo reale corrispondente alle sponde dell’Eufrate, trono da un lato, alla sinistra del quale un sedile più basso, in faccia tre altri sedili, ara nel mezzo col simulacro di Belo deità de’ Caldei, gran ponte pratticabile, nave sul fiume, vista di tende su l’altra sponda; orti pensili.
    Nell’atto secondo: sala reggia illuminata in tempo di notte, varie credenze d’intorno, gran mensa imbandita nel mezzo con quattro sedili d’intorno ed una sedia in faccia; appartamenti terreni.
    Nell’atto terzo: campagna su le rive dell’Eufrate con navi che poi sono incendiate, mura de’ giardini reali da un lato con cancelli di ferro aperti allo spuntar del giorno; galleria corrispondente a’ gabinetti reali; anfiteatro con cancelli chiusi dai lati e trono da una parte.
    Le scene sudette sono invenzioni e direzzioni delli signori Gioseppe e Domenico fratelli Valeriani, ingegnieri del teatro e pittori di sua altezza elettorale di Baviera.
 
 
 PERSONAGGI
 
 SEMIRAMIDE sotto nome di Nino re degli Assiri amante di Scitalce, conosciuto ed amato da lei antecedentemente nella corte di Egitto come Idreno
 (la signora Lucia Facchinelli)
 TAMIRI principessa reale de’ Battriani amante di Scitalce
 (la signora Antonia Negri)
 SCITALCE principe reale d’una parte dell’Indie creduto Idreno da Semiramide, amante di Tamiri e poi di Semiramide
 (il signor Nicola Grimaldi, cavaliere della croce di San Marco)
 MIRTEO principe reale d’Egitto, fratello di Semiramide da lui non conosciuta ed amante di Tamiri
 (il signor Carlo Broschi detto Farinello)
 SIBARI confidente ed amante di Semiramide
 (il signor Domenico Gizzi)
 IRCANO principe scita amante di Tamiri
 (il signor Gioseppe Maria Boschi)
 
    Li balli sono d’invenzione del signor Francesco Aquilante, servitore attuale di sua altezza serenissima di Parma.